Storia di Musa e il Poeta

                                                                      La storia



Questa è la storia di Musa e il Poeta. Musa non ha scelto il suo nome, è stato il suo amico poeta a chiamarla così. La loro è stata una storia virtuale.

La musa e il poeta si sono conosciuti in un momento di delusioni e grandi cambiamenti per uno e di riflessioni e prese di coscienza per l'altra. Tra loro è nata un'amicizia, una grande intesa che li ha portati a sentirsi ogni giorno, scherzare, confrontarsi su ogni argomento, condividere momenti di gioia e tristezza.

Col tempo l'amicizia si è trasformata in attrazione, del tutto teorica naturalmente, che ha fatto crescere il desiderio di incontrarsi.

A quel punto la distanza, che in un primo tempo aveva rappresentato un fattore positivo perché aveva reso più facile aprirsi e lasciarsi andare, diventa un problema.

Anche l'indecisione e alcune circostanze esterne  contribuiscono a rimandare più volte l'incontro tanto desiderato.

 Questa situazione di stallo comincia a far cambiare qualcosa tra loro, impercettibilmente all'inizio, poi sempre di più.

La musa ha difficoltà a muoversi nelle situazioni non chiare, comincia a non capire più i suoi sentimenti e quelli di lui e volerli, invece, capire a tutti i costi.

Il poeta invece non ama riflettere su quello che prova e semplicemente avverte che quella situazione comincia a perdere la sua connotazione piacevole e leggera.

Decide di cambiare le cose, vorrebbe mantenere l'amicizia ma eliminare quel qualcosa in più che si è venuto a creare nel tempo. Lo comunica come è nel suo carattere, in un modo che alla musa, che ha ancora desiderio di mettere alla prova quel rapporto, sembra freddo e distaccato.

A questo punto il rapporto si incrina, è difficile tornare indietro, impossibile ricreare l'atmosfera spensierata dei primi tempi.

La musa è delusa, si sente tradita e comincia a rileggere tutta la storia in maniera diversa, a cercare gli errori fatti, a cancellare tutto ciò che di positivo c'è stato tra loro. Capisce di aver dato troppa importanza al rapporto trasformandolo in una sorta di boa a cui aggrapparsi e di aver sperato che trasformare quel sentimento virtuale in una esperienza reale, seppure brevissima, l'avrebbe trasformata in una donna più forte e libera dai condizionamenti.

Capisce che anche il poeta si era appoggiato a quel rapporto in un periodo in cui era stanco della sua vita, del suo ambiente e forse di se stesso. L'amicizia con lei, fuori dal suo giro e lontana, gli era stata preziosa, gli aveva consentito di aprirsi liberamente, trovare conferme e prendere le distanze, per quanto possibile, da ciò che lo aveva deluso.

Tutto torna letto in questa ottica e la musa sembra accettarlo e pensa di poter riportare serenità nel loro rapporto ma la diversità di carattere non aiuta. Il poeta cerca sempre di sdrammatizzare, di dire che è inutile cercare colpe ed errori, che tutto è più semplice di quanto lei creda, che tra loro, in fondo, non è cambiato nulla, ma più lo dice più la musa non riconosce più quell'uomo che aveva sentito tanto vicino, un uomo che ora sembra non capire quello che lei ha provato in passato né ciò che sta provando adesso, un uomo che non ha nessuna intenzione di mettersi in discussione.

La musa comincia ad avvertire il desiderio di scrivere dei suoi sentimenti, della sua delusione, di tutti i pensieri che si affollano nella sua testa. Scriverne le piace molto, ma nello stesso tempo non fa che drammatizzare ulteriormente gli avvenimenti passati.

Tra discussioni, chiarimenti, brevi periodi in cui non si sentono e tentativi di ricreare un rapporto di amicizia, passano mesi, sembra tutto risolto ma basta poco per leggere una provocazione in una frase, per trovare fastidioso un comportamento.

Il poeta si rifiuta di parlare di ciò che è stato, per lui è inutile, è acqua passata. La Musa invece ama analizzare ogni cosa e vuole sapere con precisione come stanno le cose tra loro.

Un giorno finalmente il poeta decide di rispondere agli appelli della Musa. Le scrive un lungo messaggio in cui, in modo più chiaro del solito le parla del suo modo di vedere il loro rapporto e soprattutto le dice che sta frequentando una donna.

Quel messaggio ha sulla musa un effetto straordinario. Si sente improvvisamente libera.

Solo ora, sapendolo non più solo, riesce a vedere il rapporto col poeta per quello che è stato, capisce, di conseguenza, che è davvero inutile volergli dare una definizione: è stato, è finito.

E' in questo momento che i suoi scritti, che fino ad allora erano stati testimonianza di un cammino fatto di scoperte, dubbi, ripensamenti, un cammino che sembrava non dover finire mai e che lei aveva chiamato 'Diario di una Musa' diventano una storia con un finale.

Così il 'Diario di una Musa' si trasforma in 'Storia di una musa e un poeta' e qui di seguito troverete molto di ciò che la Musa ha scritto nei mesi successivi al primo parziale distacco dal poeta fino ad arrivare al chiarimento finale.  Ormai sono due persone diverse: il poeta è tornato alla sua vita, non ha più bisogno di una donna lontana che lo rassicuri, la musa si sente più forte e ha capito che non sarà un'esperienza o un uomo che la renderanno diversa.

Se avranno pazienza potranno superare i fraintendimenti che ancora sono frequenti tra loro e ridare vita ad un legame ormai fragilissimo trasformandolo in un nuovo rapporto chiaro e privo di inutili aspettative.

Più realisticamente il rapporto finirà presto, ma in modo naturale, senza traumi questa volta.




                                                     Versi Pensieri Immagini      



  «Non ho idea se tu sia interessato a leggere quello che ho da dirti. Comunque, ho continuato a scriverti dentro di me. A dire il vero, questo, senza intenzione, è diventato per me una specie di “diario”. Ho scoperto che se talvolta mi aiuta ad alleviare il dolore, spesso lo acuisce. In un modo o nell’altro considero questa mia volontà di scrivere (e il bisogno, anche, vorrei dire) come un dono straordinario».

 David Grossman - Che tu sia per me il coltello  





Non mi manchi tu, non ti ho mai avuto

Mi manca l'attesa di qualcosa di bello

La trepidazione e il turbamento

La voglia e la paura

 Di andare oltre i miei 'meglio di no'     


Isao Tomoda 






Perché ostinarsi e restare a guardare

un lungo e inevitabile tramonto?

Meglio augurare buona fortuna

chiudere le tende

e mettersi in cammino

per cercare l'alba



*



 La nostra era una storia destinata, per ovvi motivi, ad essere breve e incompleta. Io, però, ero certa che ci saremmo dati una possibilità. Speravo che tutto finisse per un motivo concreto non per un proposito di fine anno! Gettata via dalla finestra come una cosa vecchia...credevo di valere di più per te, ma soprattutto credevo che tu valessi di più! 





Avrei voluto avere un ricordo

Noi, insieme, in un luogo qualsiasi.

Uno sguardo, una carezza

Parlarsi guardandosi negli occhi

Una volta sola

Per sapere che un noi è esistito


Joseph Lorusso 




La verità è che la mia "compagnia" (come ami chiamarla tu) ti è stata utile finché sei rimasto disteso sul divano a meditare sui tuoi fallimenti, a cercare di metabolizzare le tue sconfitte, poi, nel momento in cui hai deciso di ricominciare a vivere, la prima cosa che hai fatto è stata liberarti di me!

Grazie, grazie davvero per avermi usato come un sacchetto in cui vomitare le tue delusioni.

Me lo hai detto senza preoccuparti di cercare un modo meno doloroso per me: Ho bisogno di leggerezza. Se vuoi sentiamoci ma da oggi incontrarti sarà l'ultimo dei miei pensieri.

Non hai ritenuto necessario neanche chiamarmi...un messaggio di poche parole per te era sufficiente, valeva quanto il tempo passato ad ascoltarti e starti vicino...


                                                                   

                                                                                 *


Ogni volta che provo a chiederti spiegazioni mi dici che ho capito male, che non escludi di incontrarmi "Un giorno...se capita..."

E ti meravigli della mia reazione e della mia rabbia, ma tu capisci ciò che dici?

Mi hai trattato come un servizio telefonico: Dal primo gennaio la promozione "Incontriamoci" verrà disattivata e si tornerà al servizio base "Sentiamoci ogni tanto". Non è escluso che in futuro vengano lanciate altre promozioni, continui a seguirci!

Crudele e ottuso, non ti rendi neanche conto del tuo egoismo. Solo tu, tu...non conta nessun altro. 




Volevo solo un'emozione, niente di più...

Io avevo bisogno di mettermi alla prova

Tu di rimettere insieme i pezzi

Ti ho aspettato con fiducia e pazienza

 

Quando sei riuscito a ricomporre

L'immagine di te stesso

Hai deciso di escludermi

dal tuo ritorno alla vita


Barbara Kroll







Era gennaio...

Mi dicesti: Ho la mente libera.

Sono pronto a vederti!

Era gennaio...

Mi dicesti: Voglio leggerezza.

Tu fai parte delle mie zavorre!

Hai realizzato solo uno dei tuoi propositi...

Ikenaga Yasunari





*



                                                                 Non sono stata mai

Nel caos cerco parole

Ero io poco fa?

La luce ora è ombra

Il bianco è ruggine



*


 

Da un tetto spazi infiniti

Specchi di cose che non esistono più

Echi di parole dimenticate

Aria immobile

Trattengo il fiato, scorrono minuti

Mi perdo nella vaghezza di ciò che è stato

Poi, chiari, appaiono i contorni di ciò che è.




*



Tormentata dal non fatto, non detto, non vissuto

Aggrappata a possibili emozioni

Incantata da un'idea

Desiderosa di osare.

 

Ormai sola,  proseguo il mio cammino.

L'incanto è rotto

La realtà ha vinto

Ma c'è un seme sotto la terra




*




Mi stupiva la tua meraviglia

Io ero l’allegria, il gioco

Tu eri l’emozione, la stretta al cuore

Io ero un momento nella tua giornata

Tu eri dentro i miei pensieri

Tra desiderio e paura

Realtà e immaginazione

Hai invaso una parte di me

che non conoscevo

Liberi in quel luogo nascosto

Non io e te

Quella che avrei potuto essere

Con il te che avevo inventato


Magritte


                                                                         
                                                                        *


Era bello condividere, ogni giorno, una parte di me con te...


                                                                            *

Dimmi una frase definitiva, è tanto difficile?

Basta con “Non è cambiato niente”, con la falsa amicizia!

Hai passato un anno a dipingerti come non sei e ora non sei capace di chiudere un rapporto per cui non hai speso neanche un grammo della tua preziosa energia...ah, dimenticavo, non era un rapporto il nostro...era  un bel gioco.

            

                                                                             *


Ogni volta che discutiamo te ne esci con: "Non avevo capito, non pensavo, non sapevo..."

Non capisci che queste frasi non ti giustificano? Dimostrano solo la scarsa attenzione che avevi verso di me!

Hai pensato sempre solo a te, per questo non hai capito nulla!

Esci ogni tanto da te stesso...non soffri di claustrofobia lì dentro?


                                                                          *


Volevo l'esplosione di un istante, credevo lo volessi anche tu.


                                                                                 * 


E quindi l'hai conosciuta e di tanto in tanto la frequenti.

Eh sì...dirmelo sarebbe stata una "violazione della sua privacy!"

Che cosa ridicola! Mi hai detto cose privatissime di chiunque ti capitasse di parlare ma dire che vedevi lei era una cosa da tenere segreta.

In realtà ti divertiva tenermi in sospeso : sì, no, forse. Come con le "tante" amiche di cui non mancavi mai di accennarmi: "solo amiche, ma chi lo sa, sai come vanno queste cose".

Ti piaceva suscitare in me un po' di gelosia ma poi ti guardavi bene dal dire qualcosa che pensavi potesse allontanarmi. Temevi di perdere l'unica donna  sempre pronta ad ascoltarti e distrarti quando ne avevi bisogno, quella che non poteva chiederti niente, perché lontana.

Che inutile menzogna non dirmi che la conoscevi. Che desolante meschinità, la tua, cominciata proprio dopo il mancato incontro, quando io mi sentivo in colpa e temevo di aver rovinato, forse, tutto tra noi. Come ho fatto, in tutto questo tempo a non capire chi sei?

    


 


Non era gelosia

Era non capire

Era non sapere

Chi sei


*




Non ti ho cercato per un po', non ne avevo voglia e sono convinta che ormai non ha più senso sentirci.

Ma ecco che mi cerchi tu, ancora una volta.

Qualche messaggio e poi ci siamo sentiti.

E ancora una volta mi  è piaciuto sentire la tua voce...

Ma poi ho capito...eri preoccupato. E ancora una volta hai chiamato me! Ora sono preoccupata per te, come tante altre volte, l’unica differenza è che ora so che quando passerà anche questo, torneremo a "E' stato un bel gioco, ci siamo fatti compagnia..." 

Mi dispiace, caro poeta, ma vali davvero poco...

E pensare che qualche mese fa mi hai liquidato come se chissà cosa pretendessi da te... Chissà che storie hai immaginato, ti sei spaventato...non volevo poi tanto, sai? Sei tu che hai solo preso da me e vorresti continuare...ma io per te non ci sarò più.






Al tuo prossimo fallimento

Nel bel mezzo di un periodo nero

Subito dopo una delusione

Quando avrai di nuovo bisogno

Di essere ascoltato

Di sentirti desiderato

Di crederti speciale

Non cercarmi

Non mi troverai

Bryan Larsen






    Come Don Chisciotte

Con le mie lotte immaginarie

Le mete irraggiungibili

Gli amori inventati

Cominciare di nuovo

Accettando le ombre

Contare solo su di me

Sognando ancora




*



“Fammi entrare”

Questo desideravo.

Portarti un dono semplice

E poi uscire a mani vuote.

Non cerco casa

Non voglio un rifugio

Solo una breve condivisione

Parole sguardi corpi

Niente domande, inutili dubbi

Soltanto carezze






*



Ho letto le tue parole, ascoltato la tua voce

Ho aperto la porta e ti ho lasciato entrare

Ti ho mostrato me stessa

Senza maschera

Senza il mio solito sorriso

Ti sei incuriosito, sei rimasto un po’ con me

Poi hai proseguito per la tua strada

Senza darmi modo di fermarti.

Resta la triste sensazione

Di aver dato in pasto i miei smarrimenti

A chi non sapeva cosa farne



*

Era un anno importante, di svolta, volevo mettermi alla prova. Non avrei dovuto passarlo ad aspettare chi non aveva alcuna intenzione di raggiungermi.


*



Qualcuno si assolve

Per non averti pugnalato alle spalle

Ma continua ad infliggere

Piccoli tagli

Mentre tu guardi

E non riesci ad indietreggiare



*



"Forse un giorno ci incontreremo per caso in un autogrill e allora vedrai che follie..."

Il tuo stupido senso dell'umorismo, usato sempre nel momento sbagliato, ancora mi ferisce. Mi fa male il tuo continuo svilire ciò che ho provato per te e scoprire sempre di più quanto tu sia diverso da come ti raccontavi. Dai, inviami un altro messaggio con la foto del famoso divanetto...no quella la terrai per un'altra volta, dopo che sarò stata di nuovo a cercare di spiegarti quello che provo!

  Spero tanto che almeno nella vita reale tu ti distragga ogni tanto da te stesso e ti concentri su chi ti sta vicino per capire cosa gli passa per la testa, cosa pensa, perché ti dice alcune cose.

Ti sei sempre dipinto come il "buono", quello che subisce per il bene di chi ama ma non è così. A questo punto credo che quando hai subito, nei tuoi rapporti d'amore e amicizia, lo hai fatto per pigrizia, paura di cambiare oppure perché sapevi di aver sbagliato tu. Tu credi di conoscerti e di capire gli altri, ma devi farne di strada...                                              





Non c'è nessun seme

Solo pietre sotto la terra

Tutto è arso, bruciato

Non vorrei provare tutto questo

Ma più mi oppongo

Più forte è il dolore

Più mi muovo

Più la terra arida e bollente

Mi ferisce



*




Chiusa nella stanza inseguo parole

Ondate di silenzio si infrangono sui muri

L'ombra spegne i riflessi del sole

Pietre prendono il posto dei fiori


Rosita Delfino




E così tu l'amavi! Giocavi con me, programmavi insieme a me un incontro ma avevi appena ritrovato un amore del passato! Non voglio neanche parlare del tuo concetto di amore...ma perché non mi hai detto che per te era solo un gioco? Che ero solo l'allegro passatempo di un periodo che per te rappresentava l'attesa di altro?

Conoscevi la mia situazione, sapevi ciò che un incontro avrebbe significato per me (menzogne, sensi di colpa) e non ti è venuto in mente di dirmelo?

Hai lasciato che il nostro rapporto andasse sempre più avanti,  mi hai fatto passare un'estate a pensare "ci vediamo a giugno, no,  forse a luglio, a settembre... cosa posso inventarmi per andare da lui...chissà cosa accadrà fra noi..." , senza sapere che tu avevi altro nella mente e che se ti fosse andata bene con lei...quale incontro? Avresti chiuso con me alla fine dell'estate invece che alla fine dell'anno!

Avevo il diritto di saperlo, come fai a non capirlo?

Non c'era alcun bisogno di raccontarmi i particolari, avresti solo dovuto dirmi: "Il mio cuore e la mia mente in questo periodo sono concentrati su un'altra persona"

A quel punto io avrei potuto scegliere: continuare sapendo che era un gioco o smettere. Forse avrei continuato, ma dandogli la giusta importanza. Avrei evitato di coinvolgermi troppo e soprattutto il famoso incontro non sarebbe stato il pensiero dominante di quell'estate!

Ma temevi di perdere il tuo passatempo preferito, vero? 

Ancora menzogne...e io che credevo che il nostro rapporto fosse puro, proprio perché sganciato dalla realtà di tutti i giorni.

A questo punto mi è chiaro il motivo per cui sei rimasto solo...vali poco come persona e nulla come uomo.





Offrirsi con naturalezza e allegria

Non è un gioco divertente

E' scoprirsi completamente

E' dire 'sono qui, per te, adesso'

Se non hai mente e cuore liberi

Se devi ancora disfarti dei tuoi fardelli

Non assecondare l'invito

Non incoraggiarlo

Non giocare con chi crede in te


Max Nonnenbruch






Delusione

 

Le trepidanti attese

Solo fantasie

La persona speciale

Solo un uomo piccolo piccolo



*


Sì, sono arrabbiata per averti creduto, sempre, qualsiasi cosa tu dicessi.

Sono arrabbiata perché di solito capisco al volo situazioni e persone e invece questa volta...

Ma è mancato il contatto visivo. Se avessi potuto guardarti mentre mi parlavi avrei capito che non valeva la pena starti a sentire, che sei un uomo come tanti, con le sue piccolezze, la mania di avere un'alternativa disponibile nel caso tutto il resto vada male. Un uomo che dopo averti coinvolto nella sua vita e nelle sue tragedie, si giustifica con un becero "tanto era solo un gioco tra noi, no?"






Senti il bisogno di uscire da te stessa

Ma non sei pronta.

Vorresti che lui ti accompagnasse

Spingesse, se necessario, oltre la soglia.

Poi scopri di essere sola, in bilico.

Indietro non vuoi tornare

Ma temi il vuoto

Non guardarti intorno

La porta è aperta

Prenditi il tuo tempo

Respira profondamente e vai.




*



Sono stanca di desiderare

Ciò che non ho avuto

E che forse non avrò mai

Tuttavia con ostinazione

Preservo nell'ombra

I miei ultimi petali




*



 

Cosa voglio ancora da te? Non lo so...vorrei che questa cosa finisse avendone trovato il senso!

                                                                      *

Mi dici che ti sembrava che avessi paura, che non fossi convinta fino in fondo . Il giorno dopo mi dici che avevo preso tutto troppo seriamente e avevo fatto diventare la situazione pesante...

Caro poeta...tu non avevi nulla da perdere mentre io avrei dovuto mentire e se tra noi fosse davvero accaduto qualcosa avrei dovuto lottare con il senso di colpa. E' naturale, quindi, che avessi paura ma ero convinta, convintissima e te lo dicevo in continuazione quindi per favore...taci, taci perché più parli e meno ti stimo.



*  


Come una farfalla

Ho catturato la tua attenzione

Per i colori e i ricami delle mie ali

Quando ti sei stancato

È bastato rivolgere lo sguardo altrove

Per dimenticarmi

Come terra morbida ho lasciato

che le tue radici

invadessero una parte di me

E per dimenticarti

Ho dovuto strappare quei lunghi filamenti

Uno ad uno

Christian Schloe



La mente

Ospita un volto

Accoglie una voce

Serba una speranza

Il tempo scorre

Le parole stancano


Dario Gi


Oggi sembravi di nuovo tu! Chi sei davvero? L'uomo brillante, ironico, dolce o quello sarcastico, brusco, quello che si autocelebra in continuazione, quello che non sa dire altro che " Io sono così, io non ho bisogno, io non voglio essere giudicato". Caro amico mio, se pensassimo sempre e solo a noi stessi vivremmo in un mondo di selvaggi oppure ognuno chiuso nel suo bozzolo. La vita è condivisione, compromesso, empatia...

                                                                   *

Tanto tempo fa mi ritrovai a dire - Nelle amicizie virtuali, spesso, basta non sentirsi per un po' di tempo e ci si dimentica senza accorgersene. –

Avrei voluto che tu rispondessi - Domani arrivo così non correremo questo rischio -

Invece tu...ti arrabbiasti!

Rimanesti aggrappato a quella lingua di terra da cui non avevi voglia di staccarti neanche per un giorno. E guardaci ora...

Due estranei che si ignorano o si parlano in modo formale come se mai niente ci fosse stato tra loro...


*


 Sei troppo realista, pragmatica, concreta. Me lo sento dire da tutta la vita.

Non posso negarlo...è vero!

In alcuni casi però, se ben alimentata, la minuscola creatura sognatrice e ricca di immaginazione che alloggia dentro di me, diventa fortissima. Riesce a creare una nuova vita, in una dimensione parallela, che ha poco da invidiare alla vita vera e che non interferisce affatto con essa.

Se ad un certo punto chi ha alimentato la sua fantasia decide che il gioco è finito...la seconda vita comincia a perdere consistenza e ben presto va in frantumi.

Non giocate con la sognatrice che è in me...raccoglierà tutti i pezzi della sua infranta costruzione e ve li scaglierà contro...uno ad uno.  Questo ho imparato di me...


                                                                                *


Sono così stanca di parlare sempre delle stesse cose. Ma perché è tanto difficile, per te, capire che la mia desolazione, che diventa rabbia quando mi rendo conto che non provi neanche a capire ciò che dico, nasce non dalla fine del nostro indefinibile rapporto ma dal modo in cui è finito e da come in questi mesi hai continuato a parlarne. Dal tuo “Ho bisogno di leggerezza quindi…”,  dai tuoi “In fondo non è cambiato nulla”, “In fondo ci facevamo solo compagnia” tanto per fare un esempio, viene fuori ciò che sei davvero e  il bel personaggio che ti eri costruito, invece, si disintegra senza nessuna speranza di ritrovarlo, (nonostante lo abbia sperato fino a poco tempo fa). Allora vedi...poiché io ero infatuata di quel personaggio non del piccolo uomo che ho scoperto esserci dietro, non mi importa più nulla che sia finita o meglio che non sia mai cominciata, mi importa solo di aver perso troppo tempo ed energie a causa tua e quindi ho tutto il diritto di essere arrabbiata e se qualche volta dico cose che ti infastidiscono, mi dispiace ma non posso farne a meno. L'unica  soluzione è: non cercarmi più!




Tutto bene, tutto in ordine

Eppure di tanto in tanto

Quella sensazione di perdita e delusione

Quelle domande

Tornano e si impossessano

Di corpo e mente.

A chi pensavo mentre dipingevo

Nella mia mente quel ritratto?

In quei momenti, dopo la prostrazione e la rabbia

Fortissimo sale il desiderio di vederti

Per scoprire se davvero in te

Non troverei nulla di quel dipinto.


René Magritte 



Non riesco a crederci.

Ti sei accertato che io fossi lontana prima di dirmi che saresti venuto dalle mie parti.

Continui a cercarmi anche quando non ti cerco io, dichiari amicizia e affetto ma c'era l'occasione di vedersi, anche solo per un saluto e hai fatto in modo che ciò non avvenisse.

"Avresti potuto dirmelo, avrei fatto in modo di venire..." "Ma...io...comunque non avrei avuto tempo"

Ma di cosa hai paura?   Che vigliacco...

 E' incredibile...riesci a deludermi sempre di più. 



                                                                    *


E poi ho scoperto che il batticuore

Me lo fa venire anche la rabbia

La sorpresa

La delusione

E mi sono sentita libera


Egon Schiele



I tuoi doni

 

La mia fantasia

Dal tuo essere altrove

Le mie parole

Dal pensiero di te

La mia vita

Dalla tua assenza




*


Il soffermarsi

Sulle parole

Sui silenzi

Era l'assenza

Era il peso del nulla



 

*


 Non c’era nulla da aggiungere

Tutto era già stato detto

Eppure quella storia che non era stata mai

Continuava a tornarle in mente

Una parola, una città, uno stato d’animo

E di nuovo quella domanda

-Come sarebbe stato se? -





*



Sola e disorientata

Avanzo in stretti cunicoli

Cercando nuovi pensieri

Persa e lontana

Mi accompagna la luce bagnata

Delle mie ingenue bugie


Dario Gi




Parole appuntite

Su

Corpi sgretolati

Dalie appassite

Per

Incontri mancati

Ombre scolorite

Di

Amori immaginati



*



Quando finisce una storia

 che da sola hai costruito e alimentato

Non ti resta nulla

Provi ad aggrapparti a qualcosa di concreto

Ma ti ritrovi sospesa nel vuoto

Scopri che stai camminando su un filo

Che il filo è solo un tratto di inchiostro

Che la riga si interrompe

Gilbert Garcin




"Compagnia"...ci siamo fatti "compagnia". Hai detto questa parola tante di quelle volte che credo mi darà la nausea per anni! Va bene, va bene: abbiamo passato un anno a farci compagnia...


                                                                          *


Avevo un gran desiderio di riascoltare la tua voce. Ci siamo sentiti. Sarà l'ultima volta, ne sono certa. Che tristezza la nostra conversazione. Sei partito con una delle tue lunghe dissertazioni sul primo argomento che ti è venuto in mente e poi hai cominciato a lamentarti di qualcosa, come sempre... Ma ti chiedi, qualche volta se chi ti sta ascoltando è interessato? Noti che dall'altra parte c'è silenzio?

Non credo: i tuoi sono monologhi, chissà...magari ti guardi anche allo specchio mentre parli. Immagini un pubblico davanti a te?

Su più di mezz'ora di conversazione si è salvato solo qualche minuto. Mi aggrapperò a quelli per 'giustificare' l'interesse che provavo per te. Forse è stato sempre così? Forse mi ero convinta che tu fossi quei pochi minuti? Che il resto che non mi piaceva, che mi annoiava era dovuto, di volta in volta al brutto momento, al triste evento, alle delusioni della vita di tutti i giorni? Se è così sono stata proprio una stupida e tutto quello che ho provato per te è stato solo un grande bluff!

Comunque anche io avevo tanta voglia di parlare con te e poi mi sono resa conto che non avevo proprio nulla da dirti, ormai non me la sento più di condividere qualcosa di mio con te. Che strani meccanismi tra mente e cuore. Sei ancora tanto presente dentro di me eppure di te ormai non mi piace più niente.



                                                                 *


Richiami alla mente ciò che ti ha fatto soffrire

Sembri crogiolarti nel dolore

Ti chiedi perché lo fai, perché ti ferisci da sola

Poi comprendi.

Quel dibattersi sul letto ruvido del dolore

E' servito a grattar via la pelle morta

Allora ti fermi

Ti alzi

E scopri che la tua pelle è fresca, rinnovata

Pronta a respirare, ad assorbire la luce.

Ne sei uscita

Ines Rehberger 



Tu e le tue iperboli! Le usi per celare il niente che hai dentro e  la tua amarezza nei confronti della vita e degli altri! 

Apparivi come una persona matura, che ha vissuto la sua vita e si è fatto un suo bagaglio di esperienze che lo rende interessante, solido, saggio; un uomo che ha saputo conservare quel pizzico di follia che lo aiuta a vivere in maniera brillante. Mi avevi affascinato per questo.

Ora vedo solo una persona che ha fallito tante volte quante bastano per rendere egoisti e aridi. Che tristezza, mi dispiace molto per te. 


*


"Sai...potrei capitare dalle tue parti, sarebbe bello vederci, salutarci, anche solo per un minuto..."

"Avvertimi prima così vedrò di non esserci"

Che bello sentirlo dire da una persona che fino a pochi mesi fa ritenevi speciale, ritenevi un amico e molto di più...

Sei la più grande delusione, la più grande perdita di tempo della mia vita.


                                               *


Interrotto ogni contatto! Ci siamo augurati buona domenica, un giorno, e poi più niente.

 Io ti ho pensato qualche volta. In quei casi prendevo il telefono ma poi mi rendevo conto di non avere nulla da dirti. "Vediamo come va" avevamo detto...lo abbiamo visto.

 Finite le recriminazioni è rimasto un guscio vuoto che non abbiamo saputo o voluto riempire di vita nuova. 

Di noi resterà la tua voce e il rumore della risacca... "Ascoltati, canta..." diceva quella voce.

 Io l'ho fatto: mi sono ascoltata e...ho cantato per te!

E tu mi hai ascoltato? Lo hai fatto, sì, ma distrattamente, perché quella che più ami ascoltare è la tua voce non quella degli altri...

Non ha importanza ormai. L'importante è...aver cantato!

 


                                                                                                        *


Entro nell'auto rovente e mi ritrovo a sorridere.
Penso che un anno fa, nello stesso parcheggio
Grondando sudore per il gran caldo
Restavo ore, al telefono, a parlare con te.
Tu steso comodamente sul divano
Non facevi che lamentarti di tutto e tutti
Ti ascoltavo sapendo poco della causa del tuo malessere
Ti ascoltavo volendoti bene
Pensando a quando ci saremmo incontrati
Sì, sorrido...
Non mi do più della stupida, non me la prendo con te
Anche se da lontano, anche senza accorgertene
Sei stato parte della mia vita



*



Ora trovo naturale non sentirti, non avere nulla da dirti, non sapere cosa fai, come scorre la tua vita, non chiedermi ogni giorno se stai bene.

Ora capisco che per te è stato così dal momento in cui hai deciso che le cose tra noi dovevano cambiare (o forse per te è sempre stato così!) per questo non capivi i miei comportamenti e ti stupivi del mio volerti stare vicino, sapere...

Tu mi hai cancellato. Per me, invece, nonostante tu avessi deciso altrimenti, non è cambiato niente per mesi. Pur facendoti a pezzi, lentamente, nella mia testa, continuavo a considerarti tutt’altro che un amico. Ho impiegato molto a non provare più quel tipo di sentimento. Un sentimento difficile da definire ma che non aveva nulla a che fare con una semplice amicizia.

Non me ne rendevo conto neanche io, ma per mesi ho continuato a sperare che fosse solo un periodo no, che presto avremmo chiarito e ci saremmo incontrati, finalmente.  



Ti ho regalato il mio tempo i miei pensieri

La mia immagine

Spogliata di tutto per lasciarti guardare dentro

Ti ho assillato

Con la mia delusione, le accuse

Le richieste di spiegazioni che non sapevi darmi

Ero impigliata nel tempo senza fretta

Delle cose non vissute

E non capivo che la partita era finita

E che la posta in gioco

Ero sempre stata solo io

L'ultimo mio dono per te

Il silenzio


*




*


Non sei più solo!

Ho sempre pensato che saperti non più solo, nonostante tutto, mi avrebbe fatto una strana sensazione, una sensazione non piacevole...e invece sono contenta per te e per me che improvvisamente mi sono sentita...sollevata!

Non so spiegare perché!

Forse perché il metterti sempre sulle difensive unito ad alcune tue frasi e atteggiamenti mi facevano pensare che tu, consciamente o inconsciamente, volessi lasciarti una porta aperta con me nel caso si fosse presentata l'occasione favorevole!

Questa cosa ormai mi infastidiva ma al tempo stesso, lo confesso, mi incuriosiva...forse anche per questo in un modo o nell'altro tornavo ai soliti discorsi! C'era come un filo sottile che ancora non mi permetteva di liberarmi definitivamente da te. Ora si è strappato anche quello finalmente.

Inoltre leggendo quel messaggio ho avuto la definitiva conferma dell'incompatibilità dei nostri caratteri. Il  "Vivi e lascia vivere" a cui tu tieni tanto è qualcosa che ho sperimentato e so bene che con troppa facilità sfocia nell'indifferenza, nell'insensibilità e nell'egoismo. Io continuo ad essere per "La cura" in ogni tipo di rapporto. Una cura che non esclude il rispetto per la diversità e per gli spazi dell'altro ma assicura la vicinanza, l'esserci, l'interessarsi. Due visioni opposte dei rapporti tra le persone.

E' vero, quando mi rendo conto che gli altri non mi riservano la stessa cura e lo stesso rispetto, ci resto male, queste pagine lo dimostrano. Ma sono fatta così e in fin dei conti preferisco sentirmi delusa per aver dato tanto che sentirmi arida per non aver dato nulla. E poi chi regala un po' di sé si alleggerisce! 

Sai...credo che il nostro incontro, in fin dei conti, sarebbe stato un disastro. Ci saremmo chiesti: "Cos'era che mi piaceva di questa persona?"

Resto comunque dell'idea che proprio per questo avremmo dovuto incontrarci il prima possibile, per fare in modo che la conoscenza non prendesse la direzione sbagliata o almeno alla fine, per evitare la lunga e fastidiosa scia di speranza mista a risentimento.

Ma questa è una riflessione completamente inutile. Ormai è andata così.

Quindi, caro amico, spero che continueremo a sentirci anche se so che non sarà facile perché i fraintendimenti saranno ancora dietro l'angolo e gli argomenti tra noi diminuiranno sempre di più! Ma se avremo pazienza...chissà?!

Intanto ti auguro di mantenere la serenità che dici di aver trovato.

Per quanto mi riguarda io voglio continuare a emozionarmi,  stupirmi e soprattutto voglio continuare a farmi domande e riflettere sui sentimenti, i rapporti, gli eventi e le persone.



*


Ho pensato che fosse corretto dirti che ho scritto questa storia, ti ho chiesto di leggerla e di dirmi cosa ne pensi.

Mi hai inviato un altro lungo messaggio.

Mi dici che non la leggerai perché abbiamo una diversa opinione sui vari eventi e non riusciresti a leggerla con distacco e questo lo comprendo.

Mi spieghi con precisione la tua posizione letteraria rispetto a questo tipo di scritti, mi dici come l'avresti scritta tu, mi fai nomi di grandi scrittori, insomma quello che è chiaro è che vuoi farmi capire che non posso aver scritto nulla che valga la pena leggere e che non sopporti che qualcuno ti metta in discussione.

Una netta stroncatura senza averlo letto!

Caro poeta, la mia risposta al tuo lungo messaggio è stata molto breve, quello che avrei voluto dirti (ma sarebbe stato inutile, avrebbe portato solo ad altre sterili discussioni) lo scriverò qui, come conclusione della storia.

Molto di ciò che scrivi lo condivido ma io non ti ho chiesto consigli su come scrivere un romanzo, volevo solo che tu mi dessi un parere su qualcosa di mio, già scritto e che coinvolge anche te.

Inoltre nel tuo messaggio non ho potuto fare a meno di notare una novità: quella che per mesi, durante le nostre infinite discussioni, abbiamo sempre chiamato la nostra storia, diventa la nostra "storia".

Perché hai sentito il bisogno di aggiungere quelle virgolette?   Per sottolineare che non è stata una vera storia?

Una precisazione che molto tempo fa sarebbe stata efficace, avrebbe semplificato e chiarito molte cose ma ormai è davvero inutile, gratuita, forse anche un pochino crudele.

Ma non ha importanza, sicuramente anche questo fa parte dei famosi fraintendimenti tra noi oppure possiamo tirare in ballo il tuo pezzo forte, i "linguaggi diversi", quelli giustificano sempre tutto, no?

 Caro poeta, la storia che non leggerai mai continuerà a chiamarsi “Storia di una musa e un poeta”, senza bisogno di altra punteggiatura, anche perché questa è la versione della Musa che nel bene e nel male questa storia l'ha vissuta tutta senza virgolette!

Hai detto che non la leggerai e quindi mi sono sentita libera di aggiungere anche quegli scritti che avevo deciso di non inserire perché mi sembravano troppo duri nei tuoi confronti. Scritti di getto dopo qualche nostro chiarimento o dopo qualche tua frase poco felice pensavo ti avrebbero ferito, ma a questo punto questa storia è solo mia e sarà completa, conterrà tutto o quasi quello che ho provato in questi mesi.

 

Ora posso mettere la parola fine al racconto della Musa e del poeta.

 

Quando la nostra conoscenza divenne qualcosa di più di una semplice amicizia io ero in un periodo della mia vita in cui stavo prendendo coscienza di tante cose di me stessa, di chi mi circonda e del tempo che passa. Per questo motivo ho vissuto tutto in maniera molto intensa nella parte iniziale e drammatica nella parte finale. Il fatto che dall’altra parte ci fossi tu, un uomo alle prese con le sue  delusioni e i suoi fallimenti ha contribuito a rendere tutto più confuso e difficile da interpretare. Così è successo che all’inizio ho dato troppa importanza a qualcosa che per te era solo un modo per ingannare la solitudine e alla fine ho letto con eccessivo sdegno comportamenti dettati solo dal tuo non capire e dal tuo modo di essere (troppo concentrato su te stesso e su quello che accade in un raggio abbastanza ristretto attorno a te per pensare che quello che dici possa ferire gli altri)

Ci ho pensato a lungo...siamo stati buoni amici, poi siamo stati non si sa bene cosa, ormai un'amicizia tra noi non credo sia possibile. Da tempo ho superato ogni cosa, so che mi hai ferito senza rendertene conto, resta, però, che ci siamo delusi a vicenda, anche se in modo e in tempi diversi e inoltre abbiamo scoperto, l'uno dell'altro, troppe cose che non ci piacciono.

A me continuerà a dare fastidio il tuo modo di scherzare su ciò che c'è stato tra noi. Lo abbiamo vissuto in modo molto diverso, lo so, ma questo non ti dà il diritto di scherzarci sopra, credo quindi che per noi non ci sia speranza di ricreare nessun tipo di rapporto, neanche il più superficiale.

 

 Ti auguro con tutto il cuore buona vita e buona fortuna.




Epilogo


 Dopo più di un anno da quel gennaio ricevo un tuo messaggio: dici che hai ritrovato una mia foto , hai avuto un moto di affetto, mi dici che forse adesso, se capitasse, saresti anche pronto a vedermi e mi chiedi: non hai bei ricordi di noi? 

Come al solito ti stupisci per la mia reazione aggressiva. Perché? Sai bene che ti avevo chiesto da tempo di cancellare le mie foto (ho la sensazione di averle mandate ad un estraneo) e il tuo essere pronto ad incontrarmi (sempre per caso ovviamente!) nel migliore dei casi può farmi ridere. Per quanto riguarda i miei ricordi eccoli:

 La mia estate: emozionata e un po' impaurita pensavo continuamente a te e al nostro incontro.

La tua: facevi di tutto per riconquistare un amore del passato, non ci sei riuscito e hai passato il resto dell'estate steso sul tuo divano a piangerti addosso. Nei tempi morti ti distraevi giocando con me.

Il mio settembre: delusione  e tristezza per essere stata costretta ad annullare il nostro incontro, senso di colpa per aver rovinato i tuoi programmi, paura di perderti.

Il tuo: hai continuato a piangerti addosso perché dopo la pessima estate era sfumato anche il weekend eccitante con la sconosciuta.

Il mio autunno: ero preoccupata per la tua salute, i tuoi problemi di famiglia avevo ancora tanta voglia di vederti

Il tuo: parlavi, parlavi di tutto e di niente...

Il mio gennaio: cercavo ancora di trovare il tempo e gli incastri per vederti.

Il tuo: voglio leggerezza, questa cosa mi sta complicando la vita, restiamo amici ma non voglio più incontrarti.

I miei mesi successivi : inutili speranze e discussioni in cui cercavo di capire e trovare un senso a ciò che c'era tra noi.

I tuoi: negare, giustificarti con argomentazioni senza senso e distruggere in questo modo tutto il "bello" che avevo visto in te.

 Questo mi è rimasto di noi: la sensazione di aver vissuto in un grande e a volte un po' ridicolo equivoco, l'immagine di due persone che viaggiano a velocità diverse su due binari paralleli, la convinzione di aver perso tempo prezioso.

Di te mi è rimasto il ricordo di un uomo che ha pensato sempre e solo a se stesso, che parla di linguaggi diversi ma comprende a malapena il suo, che crede di guardare lontano ma non riesce a distogliere lo sguardo dal suo ombelico.

Questi sono i miei ricordi. Essere presente in maniera affettuosa nei tuoi mi fa sentire a disagio. Anche nel mondo dei ricordi viaggiamo in direzioni diverse, neanche lì ci incontreremo mai.

Continua a stupirmi che tu non capisca che per me eri l'amico, l'affabulatore, eri la fantasia che avrebbe preso forma, il gioco che sarebbe diventato realtà anche solo per un giorno, eri il co-protagonista di quello che sarebbe stato il mio atto di coraggio, la mia protesta, il mio andare contro. Sarà difficile dimenticare la delusione di aver scoperto, poi, in te, un uomo molle e bugiardo che voleva giocare  senza neanche alzarsi dal suo divano, che desiderava solo essere intrattenuto, consolato e rassicurato, che voleva prendere senza dare nient'altro che parole...
































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