«Alfine mi riconquistavo, alfine accettavo nella mia anima il rude impegno di camminar sola, di lottare sola, di trarre alla luce tutto quanto in me giaceva di forte, d’incontaminato, di bello; alfine arrossivo dei miei inutili rimorsi, della mia lunga sofferenza sterile, dell’abbandono in cui avevo lasciata la mia anima, quasi odiandola. Alfine risentivo il sapore della vita, come a quindici anni».
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Inutili attese
Inutili attese Parlo e rido come seguendo un copione Vivo come avessi già vissuto cento anni Ho visto scorrere vite non mie Oggetti e rico...

-
Inutili attese Parlo e rido come seguendo un copione Vivo come avessi già vissuto cento anni Ho visto scorrere vite non mie Oggetti e rico...
-
Vicino al Giordano Ore perdute invano nei giardini del manicomio, su e giù per quelle barriere inferocite dai fiori, persi tutti in un s...
-
“Io e lui tocchiamo ormai la vetta del perfetto silenzio/ muti per troppo essere esattamente noi” Aghi Mishòl Maria Kreyn, L'abbrac...
Nessun commento:
Posta un commento