«Le tue parole emanavano un odore pungente, vivo. Un odore di terra, di polline, e di sudore. Sei splendida quando gioisci, quando ti rotoli nei campi di papaveri o mi getti addosso le spighe dell’avena. Un’antemide bianca e gialla ti si è impigliata fra i capelli e per un momento ho provato una fitta di infelicità perché non potevo togliertela e nemmeno farti da “scaletta” con le mani perché potessi arrampicarti sulle terrazze. E i graffi che non mi sono fatto, le punture che non mi sono preso, il tuo sudore che non ho leccato. Ti scrivo soltanto e ne ho già nostalgia».
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Inutili attese
Inutili attese Parlo e rido come seguendo un copione Vivo come avessi già vissuto cento anni Ho visto scorrere vite non mie Oggetti e rico...
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“Poiché non scorgevo in tutta la terra alcun posto che mi convenisse, decisi allegramente che non mi sarei fermata in nessun posto. Mi votai...
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Presenza la tua voce in questo non potersene uscire le cose dal mio sguardo mi spossessano fanno di me un vascello in un fiume di pietre ...
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