mercoledì 12 dicembre 2018

oggi ti ho gridata la mia febbre...

(...) I miei occhi. Ti son piaciuti. Tutta ti son piaciuta? Tremavi. M'hai detto cose tanto care. E ora perché non mi scrivi, Dino? Oh, non è un lamento... È questo terrore assurdo... L'avevo anche prima di vederti, quando ti scrissi la seconda e terza lettera, e pensavo ch'eran brutte, che potevan aver offuscata un'immagine di me già creata nella tua mente... Sei mai stato amato, Dino? Nulla, non so nulla di te, se non che hai sofferto e che sei rimasto il più forte. Oggi ti ho gridata la mia febbre, stasera vorrei darti invece soltanto dolcezza, averne tanta da te. Puoi, lo so.
Epistola XVII
Sibilla Aleramo a Dino Campana
Villa La Topaia, Borgo S. Lorenzo, mercoledì sera, 9 agosto 1916


Scultura di Josef Thorak


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