C’è una casa in rovina lungo il mio solito tragitto. La vegetazione ha
preso il sopravvento, qualche gallina razzola nel prato incolto. Ogni volta mi
fermo a guardarla, non posso farne a meno. Ha una sua bellezza, un suo fascino.
Sui muri scrostati si intravede un intonaco un tempo rossastro ma ormai slavato
dal tempo, dal sole, dal gelo. Le imposte sono sconnesse, una finestra murata.
Una materia che si mostra arresa, vessata, senza più alcuna speranza, senza un
progetto di cura e miglioramento. Una materia esposta, docile. Al suo cospetto mi
trasformo in una sostanza malleabile che si amalgama con tutte le cose intorno.
E’ una sensazione straniante ma piacevole, per questo mi fermo e per qualche
minuto mi lascio scolorire e scrostare proprio come la casa, mi consegno al
tempo e solo dopo riesco a ricompormi e ad allontanarmi sempre un po’ più
consapevole, sempre con qualche nuova idea che si fa spazio nella mente, sparendo
a volte senza lasciarsi intrappolare ma lasciando comunque tracce del suo
passaggio.
Antonella Fiorelli
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